17 giugno 2008

Test sulle attitudini al lavoro

Per capire ciò che possiamo diventare, dobbiamo tener presente sia ciò che siamo, sia ciò che vogliamo: se un grande pianista odia viaggiare, potrà fare magari tanti dischi ma non tanti concerti.
In questo piccolo test mischieremo dunque elementi riferiti alle nostre aspettative ed ai nostri requisiti.
Come capire se si è più portati al lavoro autonomo o a quello dipendente, se si ha il potenziale per diventare buoni manager o seri professionisti d'impresa, se rischiamo di restare broccoloni troppo a lungo, o di non poter essere che umili travet?
Forse il nostro istinto ci dice se preferiamo lavorare da soli o in compagnia, ma a volte sbaglia; forse le circostanze sembrano indicarci una strada più facile, ma che non è sempre quella giusta; forse, infine, la nostra sicurezza o insicurezza in noi stessi sembra aprirci o chiuderci molte porte, ma trova spesso disillusioni o buone sorprese.Il test seguente è poco più di un gioco, ma consente di trovare qualche indizio sulla nostra vocazione.
Tenendo presente che, in ogni caso, manager o professionisti o imprenditori di successo si diventa, non si nasce. Il successo nasce da un 20% di intelligenza, un 20% di "savoir faire", ed un 60% di determinazione, costanza, sacrificio, volontà, impegno (o, come dicono gli americani, "10% inspiration, 90% perspiration", cioè sudore).
La gara per l'affermazione professionale è una gara di fondo, non di velocità: si piazza chi ha più tenuta, chi è meglio allenato. Anche se per vincere occorre avere uno sprint in più.

• il lavoratore autonomo ha una forte vocazione professionale (sa fare bene “quella” cosa, e gli piace), ed ama il rischio e la sfida, il confronto con il “mare aperto” del mercato. D’altro canto, preferisce correre in proprio, non ama la complessità organizzativa;
• il manager non ha una precisa vocazione, ma sa invece muoversi bene in una organizzazione complessa, ed anch’egli ama il rischio, la competizione, la sfida continua;
• il professionista d’impresa non ama molto i rischi, nè la competizione. Però unisce una forte vocazione professionale al gusto di operare in una realtà più articolata, con spirito di servizio;
• il travet certo non ama le sfide, e se non sa muoversi nell’organizzazione sopravvive solo se ha una buona competenza specifica; o all’opposto, non ha particolari competenze ma sa conquistarsi un ruolo nuotando nell’organizzazione come un pesce nell’acqua, costruendo e valorizzando una preziosa rete di conoscenze personali;
• il broccolone, ahilui, non ha vocazione, ed è troppo innamorato di sè per avere spirito di gruppo: può darsi che abbia amore per il rischio, che nel suo caso, viste le premesse, si chiama temerarietà.

Va precisato che la broccolonaggine transitoria può colpire tutti, in momenti di cambiamento o di crisi, in cui le idee faticano a chiarirsi e a diventare progetti, e non è grave se è passeggera. All’uscita dall’Università, tutti siamo un po’ broccoloni. Quando permane, però, è il caso di correre velocemente ai ripari.

I) Il lavoratore autonomo (libero professionista, consulente, piccolo imprenditore, commerciante, etc.);
II) Il professionista d’impresa (specialista di alto livello, che opera nel suo ramo di competenza in una media o grande azienda, o, sempre più spesso, in società di consulenza);
III) Il manager (coordinatore di risorse umane, tecniche e finanziarie in funzione del raggiungimento degli obiettivi generali dell’azienda);
IV) Il travet (esecutore d’ordini, impiegato di buon comando e modeste ambizioni);
V) Il “broccolone” (capace di tutto, ma buono a nulla).

Di queste, tre (manager, professionista d’impresa e travet) operano in azienda; una quarta (il broccolone) può bazzicarci, ma in genere non per molto. Sono categorie “di destinazione”, nel senso che solo dopo qualche anno emergerà, o prenderà forma, la vostra caratterizzazione: nel frattempo, sarete “in formazione” e poi giovani professionisti e quadri. Di solito è dopo 2-3 anni che arriva il momento decisivo, con lo scivolamento verso la broccolonaggine o il travettismo, o il salto verso il management o il professionismo d’impresa.


Il test funziona nel seguente modo: troverete 15 gruppi di 5 affermazioni ciascuno; dovete, per ogni gruppo, dare il punteggio di 5 all'affermazione in cui vi riconoscete di più, di 4 alla seconda, di 3 alla terza e così via.


Ed ecco il test:



•A• più lavoro meno mi stanco
•B• tutto va pianificato e organizzato
•C• la pignoleria è un pregio
•D• il buon giorno si vede dal mattino
•E• voglio sapere esattamente cosa devo fare

•A• se ho un’idea in testa, vado avanti anche a costo di pestare molti piedi
•B• ho un certo ascendente sugli altri
•C• la gente si fida di me
•D• non mi faccio influenzare dagli altri
•E• non rompetemi le balle, e io non le romperò a voi

•A• difficilmente mi faccio fregare
•B• sono molto freddo e razionale nelle decisioni
•C• mi piace la precisione, detesto l’ambiguità
•D• cerco sia l’uovo oggi che la gallina domani
•E• non mi piace farmi stressare

•A• ”rischio” è una parola che mi piace
•B• ”risultato” è la mia parola d’ordine
•C• ”far bene le cose” è il mio punto di riferimento
•D• ”fare sistema” è ciò che conta veramente
•E• “una cosa per volta” e allora tutto fila liscio

•A• chi fa da sé fa per tre
•B• fai fare agli altri tutto quello che puoi non fare tu
•C• io ho quel che ho donato
•D• ascolta il respiro del mondo.
•E• chi fa, sbaglia

•A• una sola passione, ma grande
•B• tante piccole passioni, bruciate fino in fondo
•C• una sola passione, ma sincera
•D• tante passioni e grandi.
•E• le passioni si pagano

•A• il tempo è una variabile dipendente
•B• il tempo è il vero avversario
•C• il tempo è un mezzo di misura
•D• il tempo, grande scultore.
•E• il tempo va preso con calma

•A• il tempo libero non esiste
•B• nel tempo libero mi diverto come sul lavoro
•C• il tempo libero è importante
•D• il tempo è sempre libero.
•E• il tempo libero è sempre sacro

•A• ciò che mi dà fiducia è la mia determinazione
•B• ciò che mi dà fiducia è la mia intelligenza
•C• ciò che mi dà fiducia è la mia preparazione
•D• ciò che mi dà fiducia è la mia fiducia in me
•E• ciò che mi dà fiducia è l’ambiente intorno a me

•A• bisogna pensare al dopodomani
•B• bisogna pensare al domani
•C• bisogna pensare alla costante quotidianità
•D• bisogna pensare a cosa pensare
•E• bisogna pensare a cosa fare stasera

•A• la vita è la continuazione della creazione
•B• la vita è una sfida continua
•C• la vita è far bene le cose
•D• la vita è un sogno
•E• la vita è tutte le cose

•A• con gli altri se devo litigare litigo
•B• faccio il duro, ma accetto il compromesso
•C• cerco sempre una mediazione ragionevole
•D• non mi abbasso a litigare con chi non è al mio livello
•E• litigare non risolve mai nulla

•A• bisogna distruggere per poter creare
•B• tutto è confrontabile e pesabile, anche realtà disomogenee
•C• si possono misurare solo realtà omogenee
•D• spesso le cifre nascondono più di quanto dicano
•E• non poniamoci domande cui non sappiamo rispondere

•A• l’avvoltoio e la iena fanno un mestiere tutto sommato utile
•B• nella caccia, un branco deve avere gerarchie, organizzazione, coesione
•C• il lavoro ai fianchi conta più del colpo di grazia
•D• per cacciare, occorre avere fame
•E• fate cacciare gli altri, io preferisco lavare i piatti

•A• le regole sono fatte per essere cambiate
•B• le regole valgono in funzione della loro reale utilità
•C• finché ci sono, le regole vanno rispettate come sono
•D• le regole devono tenere conto dei bisogni di ciascuno
•E• le regole sono regole


Ora sommate i punteggi di tutte le affermazioni A, e lo stesso per B, C, e D ed E. Otterrete così un punteggio per ciascuna delle quattro lettere.A corrisponde alla figura dell'imprenditore/lavoratore autonomo, B del manager, C del professionista d'impresa, D del broccolone, E del travet. La figura o le figure in cui avrete totalizzato almeno 50 punti saranno le dominanti, quelle con meno di 35 individuano le caratteristiche da voi più lontane.


Io ho fatto:
A 38
B 54
C 51
D 32
E 49

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