WASHINGTONUn gruppo di ricercatori, guidati da Shelley Minteer presso l’università di Saint Louis, è riuscito a reliazzare la batteria «dolce», utilizzando l’enzima glucosio deidrogenasi, presente in tutti gli organismi che «digeriscono» lo zucchero.
Rivestendo di questa molecola gli elettrodi di una pila gli studiosi hanno prodotto elettricità, fino a 4 volte maggiore di quella delle normali batterie al litio, utilizzando come combustibile delle zollette sciolte in acqua. Due prototipi di batterie sono stati presentati al congresso annuale dell’American Chemical Society.
Tutti gli elementi costitutivi della pila, il cui prototipo ha fatto funzionare una calcolatrice tascabile, ma che in futuro potrà essere usata per ogni tipo di applicazione, sono biodegradabili.
Un principio simile è stato sfruttato dai ricercatori dell’università di Oxford, che sono riusciti a produrre una cella a idrogeno che non utilizza il platino come catalizzatore come quelle tradizionali, bensì un enzima. La molecola è stata estratta da una delle prime forme di vita che hanno abitato la terra, il batterio Metallidurans che già 2,5 miliardi di anni fa riusciva a sopravvivere in assenza di ossigeno proprio «respirando» l’idrogeno.
La cella realizzata dai ricercatori inglesi riesce a produrre elettricità in un’atmosfera con soltanto il 4% di idrogeno, un livello molto più basso di quello delle celle tradizionali, e l’unico residuo a fine processo è l’acqua.
Articolo di lastampa.it
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