31 marzo 2009

Il valore del perdono

Non è facile donare al partner la libertà di cui ha bisogno, staccarsi dalla pericolosa illusione di potersi fondere insieme, evitare di “riversargli” addosso tutte le proprie aspettative. Ancora peggio creare i presupposti di una dipendenza psicologica, che spesso induce a scegliere di “tradire” per ritrovarsi, per sentirsi “fedeli” a se stessi.

Un amore che supera l’egoismo è difficilissimo da realizzare, ma può essere un obiettivo prezioso verso cui indirizzare tutte le energie. Talvolta proprio il tradimento può aiutare in questo percorso, in quanto costringe a porsi domande sulla partecipazione attiva nella coppia. Può, infatti, svelare che l’investimento nell’altro era stato frettoloso e non basato su di una serena conoscenza reciproca, su una relazione d’intimità e d’impegno progettuale, fondamentali per la costruzione di una relazione di coppia.
Ma prima di raggiungere questa lucida razionalità, un viaggio doloroso attende il “tradito”… cominciano le domande, i sensi di colpa e l’esigenza, quasi incontrollabile, di capire il perché e’ quasi scontato, in questo frangente, attribuire al partner la ragione di tutti i fallimenti della coppia, di aver “tradito” l’ideale che rappresentava, di aver reso “precaria” ogni certezza, di aver minato nel profondo l’unione…senza intuire che, paradossalmente, non c’è sempre una passione o un bisogno erotico alla base di un’infedeltà, quanto la necessità di affermare la propria libertà nel timore di affidarsi completamente all’altro.

La persona “tradita” si sente svalutata, sminuita, subisce una perdita che non é soltanto quella della fiducia nella persona amata ma anche la perdita della parte di sé che le aveva affidato…
Una scelta si impone: il rapporto può finire, lasciando al tempo il compito di lenire le dolorose ferite o essere recuperato grazie al PERDONO. Si perdona sempre in due, non si chiede e non si concede perdono se non si è fermamente certi di voler uscire dalla devastante crisi del tradimento. La tentazione di chiudersi nel proprio orgoglio ferito potrebbe rivelarsi un errore, meglio lasciar sgorgare il fiume delle emozioni imprigionate dalla sofferenza e liberarsi della loro negatività.

Chi perdona ha qualcosa da perdonare anche a se stesso e non dimentica… E’ una decisione che nasce dalla razionalità, non dalle emozioni, la fine di una dichiarazione di guerra ma senza sconti. Dopo questo armistizio occorrerà ricostruire la propria dignità frantumata, smantellare odio, umiliazione, rabbia, ritrovare il desiderio di abbandonare le ombre di una notte interminabile tenendosi per mano.



(Di: Dalila Bellacicco. Tratto da: http://www.tradimento.net/psicologia_tradimento.htm)



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